La Chiesa di Grosseto vuol celebrare nella fede il 1 maggio, memoria di San Giuseppe lavoratore, “che rimanda – ha detto papa Francesco nell’omelia del 1 maggio 2013 – a Dio lavoratore, a Gesù lavoratore. E questo del lavoro è un tema molto, molto, molto evangelico. “Signore — dice Adamo — col lavoro guadagnerò da vivere”. Ma è di più. Perché questa prima icona di Dio lavoratore ci dice che il lavoro è qualcosa di più che guadagnarsi il pane: il lavoro ci dà la dignità!”.
In questa ottica e nella chiara consapevolezza di quanti drammi ci siano dietro il lavoro che stenta, che è a rischio, che è precario, che non c’è o non c’è più la Diocesi, attraverso il magistero del vescovo Rodolfo, l’impegno dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, della Caritas diocesana e di quelle parrocchiali, da un lato cerca in ogni modo di essere presente e coinvolta nelle situazioni di difficoltà in cui versa il sistema produttivo locale e in esso i lavoratori, dall’altro esercita questo coinvolgimento attraverso un impegno diretto e concreto grazie all’attivazione del Progetto Policoro, un’iniziativa organica della Chiesa italiana per tentare di offrire risposte concrete al problema della disoccupazione, soprattutto giovanile. Partito a gennaio, il progetto ha preso subito piede e sta dando già i suoi primi frutti concreti, grazie all’impegno costante dell’animatore Alessandro Corina e del tutor Aldo Turacchi.
La diocesi vuol sostenere questo impegno concreto con la preghiera. Per questo, in occasione del 1 maggio, vengono proposte due iniziative: giovedì 30 aprile, alle 21, nella chiesa di San Giuseppe (via Sauro, Grosseto) il Movimento lavoratori dell’Azione Cattolica con l’Ufficio diocesano della pastorale sociale e del lavoro, propongono una veglia di preghiera “Come San Giuseppe, custodi della speranza”. Venerdì 1 maggio, alle 12, in cattedrale, il vescovo presiederà la Messa per il lavoro, a cui interverrà anche fra Ibrahim Alsabagh, il frate francescano parroco della comunità latina di Aleppo (Siria), che sarà a Grosseto fino al 3 maggio per offrire la testimonianza del dramma della sua città e di tutta la Siria.
“Con questi due momenti di preghiera – dice Gabriele Baccetti, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro –ringrazieremo Dio per il lavoro buono che crea valore e bene comune, per l’impegno creativo di tanti lavoratori di tutti i settori economici e professionali, e chiederemo a Dio di saper accendere la miccia della speranza in questo momento segnato dalla crisi, con tutti i suoi strascichi, da quelli economici a quelli emotivi, sociali, occupazionali. Occorre, infatti, aiutare a far emergere le potenzialità latenti. Per questo la diocesi ha messo in campo il Progetto Policoro, per incoraggiare e accompagnare i giovani e in generale tutti coloro che intendono avviare una iniziativa imprenditoriale, puntando sui talenti e sul cuore delle persone”.
“Nell’attuale situazione di crisi economica – osserva Aldo Spinosa, presidente diocesano dell’Azione Cattolica – pregare san Giuseppe significa invocare l’intercessione di chi ha veramente sofferto la povertà, l’esilio e l’impotente, amara solitudine dell’immigrato in terra straniera e di chi ha convissuto con la quotidiana preoccupazione di non riuscire, con la fatica e il sudore giornaliero, a far fronte alle necessità della famiglia”.
Fuori dalla Cattedrale sarà allestito un punto informativo sul Progetto Policoro.
L’ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza Episcopale Italiana ha scelto come tema per il 1 maggio 2015 “Nella speranza, la dignità del pane”, legandosi al cammino della prossima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia (4-25 ottobre 2015) e al V Convegno ecclesiale di Firenze, che ha per tema: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” (9-13 novembre 2015).
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